altimetria
planimetria
info tecniche
È la tappa dei muri tipica della Tirreno-Adriatico. Si snoda con due circuiti, il primo ampio percorso una sola volta che da Osimo Stazione porta alla linea di arrivo affrontando i continui saliscendi di Recanati, Santa Maria del Monte, Macerata, Treia, Montefano fino all’arrivo. Si percorrono poi 3 giri di un circuito molto complesso caratterizzato da 4 muri. Il primo di media difficoltà fino a Offagna. Il secondo alla frazione di Abbazia e gli ultimi due durissimi di via Roncisvalle e di via Olimpia.
Ultimi km
Gli ultimi 10 km sono estremamente impegnativi. Arrivando a Osimo si affronta il muro di via Roncisvalle che prosegue su via del Borgo, tutto in pavé lungo oltre 1 km al 15% medio circa e con picchi del 22%. Segue una breve picchiata prima di scalare via Olimpia per la lunghezza di meno di un chilometro con alcune centinaia di metri al 16% prima di entrare nel centro storico in leggera ascesa su pavé di porfido. Rettilineo finale di 300 m largo 7m.
partenza / arrivo
ultimi km
crono tabella
info turistiche
Città di:
Osimo
Panoramica
Situata su di un alto poggio a 10 km dalla riviera del Conero, Osimo trasporta con sé nei secoli i segni della sua storia millenaria. La sua nascita ha infatti origini antichissime. Furono i Piceni a trovare per primi, su queste colline, terreni sicuri e fertili dove creare un insediamento, ma fu il periodo romano a rendere l’abitato un nodo economico fondamentale e un florido centro. Con il nome di Auximum, visse anni di prosperità fino a diventare una delle civitas più importanti della zona, titolo che mantenne anche in epoca medievale. L’aspetto attuale di questa bella città è invece il risultato di un rinnovamento urbanistico che la investì a partire dal periodo rinascimentale, sotto l’egida e il mecenatismo dello stato pontificio. Il fascino di questo luogo, nonostante lo sviluppo edilizio degli ultimi decenni, è ancora molto forte. Basta farvi visita per riassaporare le sensazioni e le emozioni del passato, per respirare la calma e la tranquillità della vita di un tempo.
Gastronomia
Osimo è deliziosa anche al palato.
Tra le specialità gastronomiche della cucina osimana spiccano pollo e coniglio in potacchio, tenerissime carni bianche condite sapientemente con pomodoro ed erbe aromatiche, e il coniglio in porchetta, un elaborato e saporito piatto della tradizione contadina.
E’ qui che va ricercata anche l’origine dei Vincisgrassi, uno sformato di pasta parente delle lasagne emiliane e napoletane: incerte e leggendarie sono le origini del nome, ma i Vincisgrassi sono un piatto immancabile sulle tavole degli osimani.
Osimo è una città molto vicina al mare, e proprio per questo motivo la sua cucina tipica non può non essere influenzata dalla cultura della cucina di pesce. Meritano quindi una citazione i classici Brodetti, piatti tradizionali dell’Adriatico.
Bevande
E’ qui che nascono infatti alcune delle eccellenze che rendono famosi questi luoghi in Italia e nel mondo, come il Verdicchio e il Rosso Conero. Fiore all’occhiello dell’enogastronomia marchigiana il Rosso Conero ama le carni rosse e sanguigne ed è una delizia sui formaggi. Un bianco secco e fresco è invece il Verdicchio, ideale accostamento per tutti i pasti.
Punti di interesse
Il sottosuolo di Osimo è percorso da una fitta rete di cunicoli e gallerie scavate nell’arenaria. Nove chilometri di ambienti velati di mistero ma carichi di fascino. Di origini molto antiche le grotte hanno assolto nel corso dei secoli, diverse funzioni: da cunicoli idraulici a passaggi segreti, da camminamenti difensivi a luogo di culto. Di notevole interesse sono le Grotte del Cantinone, di epoca medievale, situate sotto il convento dei frati francescani, che custodiscono bassorilievi di tipo spirituale-religioso; le Grotte di Piazza Dante, le cui incisioni enigmatiche riportano a rituali iniziatici; le Grotte Riccioni, la cui simbologia richiama il mondo templare.
Le Mura romane, appaltate nel 174 a.C. dai censori Q. Fulvio Flacco e A. Postumio Albino.
Sito archeologico di Fonte Magna: conserva i resti di un imponente ninfeo romano presumibilmente del I a.C., dove, secondo la tradizione, Pompeo Magno vi avrebbe abbeverato i suoi cavalli.
Palazzo Municipale con Lapidarium: il complesso architettonico, sede del Municipio, conserva nell’atrio di ingresso e nel cortile il Lapidarium, una collezione di reperti di epoca romana e medievale, comprendente le statue acefale che hanno dato origine all’appellativo rivolto agli osimani di “Senza Testa”.
Cattedrale di San Leopardo: dedicato a San Leopardo, primo vescovo di Osimo, l’edificio in pietra dei primi secoli XII-XIV, dalle forme romanico-gotiche, sorge su una primitiva chiesa del V secolo e sopra un preesistente tempio pagano. Degni di nota sono i due preziosi portali lavorati in pietra, la lunetta a destra di questi il grande rosone adornato. La cripta, XII secolo, custodisce i sarcofagi dei principali vescovi e martiri osimani.
Battistero: adiacente alla Cattedrale la chiesa intitolata a San Giovanni Battista fu costruita nel XII secolo per poi essere più volte rimaneggiata. Di notevole interesse il soffitto a cassettoni del Sarti e la pregevole Fonte Battesimale in bronzo creata dai fratelli Jacometti della prima metà del XVII secolo.
Basilica di San Giuseppe da Copertino: comunemente chiamata Chiesa di San Francesco, l’iniziale costruzione, risalente al XIII secolo, ha poi subìto profonde trasformazioni. Custodisce opere pittoriche di indubbio valore ed è importante mèta di pellegrinaggio dei devoti a San Giuseppe da Copertino, protettore degli studenti e Santo dei voli, le cui reliquie sono custodite nella cripta. Sono pure visibili le stanzette in cui egli trascorse gli ultimi anni della sua vita e che contengono oggetti ed ex voto legati al Santo.
Belvedere: dai giardini pubblici di Piazzanuova in Via Saffi si gode una magnifica vista panoramica che in giornate particolarmente limpide si estende dal litorale adriatico al Gran Sasso e dai Monti Sibillini a san Marino.
Teatro La Nuova Fenice: costruito tra il 1877 e il 1894 su disegno dell’architetto Canedi, il teatro fu inaugurato con la Carmen di Bizet. È uno dei più bei teatri storici delle Marche.
Osimo Stazione
Panoramica
Situata su di un alto poggio a 10 km dalla riviera del Conero, Osimo trasporta con sé nei secoli i segni della sua storia millenaria. La sua nascita ha infatti origini antichissime. Furono i Piceni a trovare per primi, su queste colline, terreni sicuri e fertili dove creare un insediamento, ma fu il periodo romano a rendere l’abitato un nodo economico fondamentale e un florido centro. Con il nome di Auximum, visse anni di prosperità fino a diventare una delle civitas più importanti della zona, titolo che mantenne anche in epoca medievale. L’aspetto attuale di questa bella città è invece il risultato di un rinnovamento urbanistico che la investì a partire dal periodo rinascimentale, sotto l’egida e il mecenatismo dello stato pontificio. Il fascino di questo luogo, nonostante lo sviluppo edilizio degli ultimi decenni, è ancora molto forte. Basta farvi visita per riassaporare le sensazioni e le emozioni del passato, per respirare la calma e la tranquillità della vita di un tempo.
Gastronomia
Osimo è deliziosa anche al palato.
Tra le specialità gastronomiche della cucina osimana spiccano pollo e coniglio in potacchio, tenerissime carni bianche condite sapientemente con pomodoro ed erbe aromatiche, e il coniglio in porchetta, un elaborato e saporito piatto della tradizione contadina.
E’ qui che va ricercata anche l’origine dei Vincisgrassi, uno sformato di pasta parente delle lasagne emiliane e napoletane: incerte e leggendarie sono le origini del nome, ma i Vincisgrassi sono un piatto immancabile sulle tavole degli osimani.
Osimo è una città molto vicina al mare, e proprio per questo motivo la sua cucina tipica non può non essere influenzata dalla cultura della cucina di pesce. Meritano quindi una citazione i classici Brodetti, piatti tradizionali dell’Adriatico.
Bevande
E’ qui che nascono infatti alcune delle eccellenze che rendono famosi questi luoghi in Italia e nel mondo, come il Verdicchio e il Rosso Conero. Fiore all’occhiello dell’enogastronomia marchigiana il Rosso Conero ama le carni rosse e sanguigne ed è una delizia sui formaggi. Un bianco secco e fresco è invece il Verdicchio, ideale accostamento per tutti i pasti.
Punti di interesse
Il sottosuolo di Osimo è percorso da una fitta rete di cunicoli e gallerie scavate nell’arenaria. Nove chilometri di ambienti velati di mistero ma carichi di fascino. Di origini molto antiche le grotte hanno assolto nel corso dei secoli, diverse funzioni: da cunicoli idraulici a passaggi segreti, da camminamenti difensivi a luogo di culto. Di notevole interesse sono le Grotte del Cantinone, di epoca medievale, situate sotto il convento dei frati francescani, che custodiscono bassorilievi di tipo spirituale-religioso; le Grotte di Piazza Dante, le cui incisioni enigmatiche riportano a rituali iniziatici; le Grotte Riccioni, la cui simbologia richiama il mondo templare.
Le Mura romane, appaltate nel 174 a.C. dai censori Q. Fulvio Flacco e A. Postumio Albino.
Sito archeologico di Fonte Magna: conserva i resti di un imponente ninfeo romano presumibilmente del I a.C., dove, secondo la tradizione, Pompeo Magno vi avrebbe abbeverato i suoi cavalli.
Palazzo Municipale con Lapidarium: il complesso architettonico, sede del Municipio, conserva nell’atrio di ingresso e nel cortile il Lapidarium, una collezione di reperti di epoca romana e medievale, comprendente le statue acefale che hanno dato origine all’appellativo rivolto agli osimani di “Senza Testa”.
Cattedrale di San Leopardo: dedicato a San Leopardo, primo vescovo di Osimo, l’edificio in pietra dei primi secoli XII-XIV, dalle forme romanico-gotiche, sorge su una primitiva chiesa del V secolo e sopra un preesistente tempio pagano. Degni di nota sono i due preziosi portali lavorati in pietra, la lunetta a destra di questi il grande rosone adornato. La cripta, XII secolo, custodisce i sarcofagi dei principali vescovi e martiri osimani.
Battistero: adiacente alla Cattedrale la chiesa intitolata a San Giovanni Battista fu costruita nel XII secolo per poi essere più volte rimaneggiata. Di notevole interesse il soffitto a cassettoni del Sarti e la pregevole Fonte Battesimale in bronzo creata dai fratelli Jacometti della prima metà del XVII secolo.
Basilica di San Giuseppe da Copertino: comunemente chiamata Chiesa di San Francesco, l’iniziale costruzione, risalente al XIII secolo, ha poi subìto profonde trasformazioni. Custodisce opere pittoriche di indubbio valore ed è importante mèta di pellegrinaggio dei devoti a San Giuseppe da Copertino, protettore degli studenti e Santo dei voli, le cui reliquie sono custodite nella cripta. Sono pure visibili le stanzette in cui egli trascorse gli ultimi anni della sua vita e che contengono oggetti ed ex voto legati al Santo.
Belvedere: dai giardini pubblici di Piazzanuova in Via Saffi si gode una magnifica vista panoramica che in giornate particolarmente limpide si estende dal litorale adriatico al Gran Sasso e dai Monti Sibillini a san Marino.
Teatro La Nuova Fenice: costruito tra il 1877 e il 1894 su disegno dell’architetto Canedi, il teatro fu inaugurato con la Carmen di Bizet. È uno dei più bei teatri storici delle Marche.