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Tappa06

Sassoferrato -

Cagli

(Monte Petrano)

Sabato 09  Marzo 2024 180km Dislivello 3100mt

Tempo totale: 4:31:57 Ritirati: 15

ordine
d'arrivo
vincitore di tappa

VINGEGAARD Jonas

TEAM VISMA - LEASE A BIKE

4:31:57

AYUSO Juan

UAE TEAM EMIRATES

+ 0:26

HINDLEY Jai

BORA - HANSGROHE

+ 0:26

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VINGEGAARD Jonas
TEAM VISMA - LEASE A BIKE
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VINGEGAARD Jonas
TEAM VISMA - LEASE A BIKE
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AYUSO Juan
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È la tappa più dura della Tirreno-Adriatico con arrivo in salita. Si percorrono le valli dell’interno marchigiano con continui saliscendi nella prima parte intervallati da alcune salite importanti come la Forchetta di Valle Avellana e la salita di Pian di Trebbio. Alle pendici del Monte Petrano si scala la breve e ripida salita di Moria (2.5 km circa al 9%) per giungere a Cagli dove inizia la salita finale.
Ultimi km
Gli ultimi km sono costituiti dalla salita al Monte Petrano. Salita di 10.1 km all’8.1% di pendenza media, ripida nei primi chilometri (fino al 12%), costante nella seconda parte caratterizzata da numerosi tornanti. Giunti in prossimità dell’altopiano sommitale la pendenza diminuisce. Rettilineo di arrivo quasi piano.

partenza / arrivo

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info turistiche

Città di:

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Sassoferrato

Panoramica

Sassoferrato, uno de “I Borghi più belli d’Italia”, è ricco di tesori da scoprire e di una natura incontaminata da vivere. Rappresenta il fulcro di un territorio di 136 kmq esteso sul versante orientale dell’Appennino Umbro-Marchigiano, tra il Parco Regionale del Monte Cucco e quello della Gola della Rossa e di Frasassi.

Gastronomia

Il territorio sentinate offre materie prime eccellenti, che curate e preparate secondo la tradizione delle antiche ricette regalano sapori unici.

Immaginandosi una tavola imbandita si trovano sapori per tutti i gusti: dalle pincinelle ai funghi e asparagi di bosco, al tagliere di salumi, al miele, allo zafferano fino ad arrivare ai dolci della tradizione e alle marmellate artigianali.

Le tradizionali pincinelle, fatte rigorosamente a mano e anticamente realizzate conservando una parte dello stesso impasto del pane rappresentano un primo piatto pieno di semplicità, accompagnato dai sapori dei boschi locali come funghi, asparagi e il pregiato tartufo.

A Sassoferrato è possibile riscoprire il gusto intenso della carne di razza marchigiana a km 0, sotto la bandiera della filiera corta, della qualità e del benessere animale. Tutta carne di bovini e suini nati e allevati al pascolo libero e macellati nel mattatoio locale.

Imperdibili tutti i salumi artigianali che vengono lavorati con una materia prima autoctona di qualità e con antica sapienza. Una speciale menzione merita la straordinaria goletta di maiale aromatizzata con erbe del Monte Strega e la riscoperta salsiccia di fegato di suino della tradizione con vino rosso, aglio e buccia di arancia nonché i salumi lardellati.

Gli apicoltori locali possono offrire un ottimo miele prodotto dalle api grazie al nettare raccolto dalle moltissime varietà di fiori delle nostre colline.  Un dolce sapore da abbinare anche allo zafferano locale, di ottima qualità, raccolto con amore e dedizione e perfetto da gustare con i formaggi freschi o stagionati, infusi e dolci al cucchiaio.

Ogni stagione, infine, ha la sua prelibatezza dolciaria prodotta dalle pasticcerie, dai forni e dalle cucine casalinghe: le castagnole sbollentate di carnevale, le pizze dolci e di formaggio insieme alla ciambella all’anice di Pasqua, la crostata con marmellate artigianali estive, arrivando, poi, ai profumati biscotti di mosto in autunno.

Punti d'Interesse

All’entrata del borgo di Sassoferrato si trova l‘antica città romana di Sentinum, legata alla celebre Battaglia delle Nazioni (295 a.C.), durante la quale i Romani sconfissero Galli e Sanniti. Ad oggi l’area è ritenuta uno dei siti archeologici più rilevanti delle Marche.

Nel rione Castello, la parte più alta e antica della città, sono custoditi numerosi gioielli. Qui svetta la maestosa Rocca di Albornoz, costruzione militare risalente al XIV sec.

Su Piazza Matteotti si affaccia Palazzo dei Priori, sede del Museo Civico Archeologico, che custodisce pavimenti a mosaico, reperti della vita quotidiana e della società dell’antica Sentinum. A piano terra è ospitata la Sala Perottiana che custodisce una preziosa raccolta di reliquari bizantini, tra cui la preziosa Icona di San Demetrio.

Sulla stessa piazza si affaccia Palazzo Oliva che ospita la Raccolta Incisori Marchigiani, comprendente oltre 400 grafiche realizzate da 210 artisti marchigiani, e la Civica Raccolta d‘Arte composta da opere pittoriche databili tra il XV e il XVIII sec.

Sempre nella parte più antica, spicca la chiesa romanico-gotica di San Francesco in conci bianchi e con portale ogivale in facciata. Nel monastero di Santa Chiara, che ospita ancora un piccolo gruppo di suore Clarisse, si possono ammirare due Madonne e un’Annunciazione de Il Sassoferrato ed altre prestigiose opere. La chiesa di San Pietro, sorta probabilmente con il primitivo castello feudale, domina la vallata su cui si sviluppa la parte più moderna della città.

Scendendo nel rione Borgo, attraverso il Bosco Urbano, troviamo immerso nel verde il Museo delle Arti e Tradizioni Popolari, ospitato all’interno di Palazzo Montanari. Qui è stata ricreata una tipica casa colonica di inizio Novecento che contribuisce, insieme con gli altri numerosi oggetti, a raccontare la vita agricola del territorio.

Palazzo Merolli, detto Degli Scalzi, nel rione Borgo, è un bell’esempio di edificio tardo rinascimentale sorto su preesistenze medievali. Al suo interno è allestito il MAM’S, la Galleria d’Arte Contemporanea che raccoglie oltre 600 opere delle circa 4000 acquisite con la Rassegna Salvi dal 1951. Nello storico palazzo è inglobata la chiesa neoclassica di Santa Teresa d’Avila.

A pochi km dal centro si trova la frazione di Cabernardi che tra il 1886 ed il 1959 è stata protagonista dell’attività estrattiva di zolfo a livello europeo. Oggi il Museo della Miniera di Zolfo e il Parco Archeominerario di Cabernardi illustrano la storia di quello che per lunghi anni è stato un periodo di benessere economico e sociale.

Da non perdere l‘Abbazia di Santa Croce, costruita nel XII sec. dai Conti Atti con materiali di recupero provenienti dalla vicina città romana di Sentinum, una delle più interessanti testimonianze di architettura romanica delle Marche.

Cagli (Monte Petrano)

Panoramica

Il comune di Cagli sorge in provincia di Pesaro e Urbino, su un altopiano stretto dai fiumi Bosso e Burano, confluenti del Metauro. Il territorio è circondato dai Monti del Catria, di Petrano, di Nerone e di Paganuccio che, con il Pietralata, forma le scoscese pareti di calcare del massiccio del Passo del Furlo.

Il Monte Petrano è un luogo dalle caratteristiche uniche all’interno del variegato panorama appenninico, che si distingue dalle vette circostanti che pure lo sovrastano in altezza e, da un certo punto di vista, pure in notorietà. Il tratto saliente di questa montagna, infatti, è quello di essere un vastissimo altopiano con una quota altimetrica superiore ai mille metri (la vetta è posta a quota 1162 sul singolare rilievo della Rocchetta, mentre l’immensa distesa dei prati sommitali si trova a circa 1100 metri), dotato di una vista panoramica eccezionale su tutti 4 i lati.

Gastronomia

Zona di tartufi e funghi, molte specialità del luogo contengono questi preziosi ingredienti. Per i formaggi: caprino al lattice di fico (formaggio di capra ottenuto con la coagulazione del lattice di fico); il raviggiolo della comunità montana del Catria e Nerone, una cagliata fresca che veniva venduta su foglie di fico, di cavolo o di felce; la caciotta del Montefeltro (prodotta con il latte proveniente dai pascoli montani e collinari).

Tra i primi piatti troviamo i vincisgrassi (una sorta di lasagna con ricetta regionale marchigiana), le tagliatelle ai funghi, polenta alla carbonara (una polenta arricchita con guanciale di maiale e pecorino), le pappardelle alla lepre.

Secondi piatti: carni di maiale (solitamente si utilizza il suino nero della zona), carne alla griglia quali castrato alla brace oppure capretto ai ferri; coniglio in porchetta. Il suino nero viene impiegato anche per la produzione dei salumi.

I salumi vengono gustati con la crescia brusca, oppure con il pane sciocco (non salato) oppure la crescia alla graticola (una sorta di piadina).

Le lumache di Monte Nerone sono una specialità del luogo, cucinata in porchetta (cotta e condita con finocchietto), di recente è stata utilizzata come ingrediente per la produzione di un insolito salame.

Vini e Bevande

A fine pasto si può bere una “moretta” ovvero una bevanda calda a base di caffè, anice e rum.

Per i vini: zona di produzione dei vini dei colli pesaresi, bianchello del Metauro.

Punti d'Interesse

  • Chiesa di San Francesco: La chiesa, del 1234, è il cardine attorno al quale nel 1289 Cagli, con la protezione del primo Papa francescano, è stata ricostruita.
  • Chiesa di San Domenico: edificata dai Celestini dopo la traslazione della città del 1289 si presenta con il portale di facciata del 1483, l’abside del 1655 e il campanile del 1654
  • Ponte Mallio: il superbo manufatto, d’epoca repubblicana, si presenta come una delle opere romane più imponenti tra quelle esistenti lungo il tracciato della consolare Flaminia del 220 a.C.
  • Palazzo pubblico e Museo Archeologico e della Via Flaminia: Piazza Matteotti, l’antica piazza Maggiore, è dominata dal duecentesco Palazzo Pubblico eretto quale sede della magistratura cittadina. L’edificio, al quale fu accorpato il palazzo del Podestà, fu donato nel 1476 dal Comune a Federico da Montefeltro il quale commissionò a Francesco di Giorgio Martini i lavori, mai completati, di trasformazione in Palazzo Ducale. Il Museo Archeologico e della Via Flaminia è sistemato negli spazi del duecentesco palazzo del Podestà. Al centro di Piazza Matteotti è la fontana eseguita nel 1736 da Giovanni Fabbri su disegno di Anton Francesco Berardi.
  • Torrione – Soccorso Coverto – Rocca e Centro di Scultura Contemporanea: in costruzione nel 1481 il complesso fortificato fu ideato, per il duca Federico da Montefeltro, da Francesco di Giorgio Martini. Suggestivo è il camminamento segreto detto “soccorso coverto” che collega il Torrione ai poderosi resti della Rocca romboidale parzialmente smantellata nel 1502.
  • Teatro Comunale: l’edificio è l’apoteosi dello stile eclettico e le decorazioni interne, opera di Alessandro Venanzi, sorprendono tanto per il fasto dell’insieme quanto per la qualità dei dettagli.

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