altimetria
planimetria
info tecniche
Tappa molto mossa con una salita difficile nel finale. L’intero percorso non presenta alcun tratto di respiro. Da Torricella Sicura, dopo il km 0 posto a Teramo al termine della discesa iniziale, è un continuo susseguirsi di salite e discese. Si attraversano alcuni luoghi molto frequentati dalla Corsa dei Due Mari recentemente come Castellalto e Bellante e alcuni di un recente passato come Campli e Civitella del Tronto. Il tracciato si presenta estremamente articolato sia altimetricamente che planimetricamente. Dopo Villa Lempa salita a San Giacomo dal versante Est (12 km al 6.2% medio) e successiva discesa nella valle del Castellano con 10 km pianeggianti accanto al Lago di Talvacchia.
Ultimi km
Chilometri finali pianeggianti fino all’ultimo chilometro circa dove inizia lo strappo che porta all’arrivo con pendenza media attorno al 7% e punte leggermente superiori.
partenza / arrivo
dettaglio salite
ultimi km
crono tabella
info turistiche
Città di:
Torricella Sicura
Panoramica
Il Comune di Torricella Sicura comprende un territorio situato a Nord-Ovest di Teramo che parte da quota 286 m slm e arriva fino a 1572 m slm. Il paesaggio offre tratti boscosi di querce, carpini ed aceri con numerosi torrenti ricchi di abbondanti acque che dai declivi confluiscono a nord nel torrente Vezzola ed a sud nel fiume Tordino.
Gastronomia
Funghi e Tartufi, Formaggio Fritto, Pizzonde, Minestrone alla Torricellese e Pecora alla Callara.
Punti d'Interesse
- Museo etnografico le genti della Laga: allestita da Gino Di Benedetto con smisurata passione in oltre trent’anni di ricerche nei paesi, nei vecchi cascinali e nelle campagne dell’ Abruzzo più nascosto, è un’inaspettata macchina del tempo, il luogo dove è possibile rivivere le atmosfere dei nostri bisnonni vissuti nelle valli dell’Abruzzo teramano e sui monti della Laga.
- Le frazioni: la storia e il fascino di Torricella Sicura sono legati altresì alle sue frazioni, con le numerosissime località abitate: Ioannella (con Poggio Valle, Pastignano, Popolo e Valle Piola), S. Stefano (con Abetemozzo, Borgonovo, Poggio Rattieri, Corvacchiano, Faognano, Ginepri, Magliano, Magliano da Capo, Magliano da Piedi, Ricci, San Felice), la stessa Torricella Sicura (con Piano Grande, Antanemuccio, Fornaci, Morricone, Progetto, S. Pietro, Costumi, Sciarra, Tizzano, Tofo): come pure ha scritto il Di Cesare, ognuna di queste località, di cui alcune risalenti ad epoche arcaiche, meriterebbe una sua storia a parte.
Valle Castellana
Panoramica
Valle Castellana è un piccolo comune che racchiude numerosi borghi di origine medievale sorti lungo il torrente Castellano, un tempo conosciuto come Verde; la legenda vuole che sia quello citato da Dante nel III canto del Purgatorio, in cui Manfredi narra di come sia morto e dove sia sepolto. È posto su di una lieve altura in provincia di Teramo, nell’entroterra abruzzese a confine con le Marche, immerso nel cuore del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga.
Gastronomia
Valle Castellana, ha la più grande superficie di castagneti della provincia di Teramo. Le castagne, Marroni nello specifico, vengono commercializzate come frutto ma anche utilizzate per realizzati numerosi piatti. Con questa preziosa materia prima i “vallecastellanesi” producono confetture, crostate, conserve e ravioli dolci. Ingrediente principale anche per i “calcionetti”, un dolce fritto tipico delle festività natalizie realizzato con una sfoglia farcita con un ripieno con pasta di castagne, cacao amaro, cioccolato, caffè e rum.
Il clima montano, con inverni nevosi ed estati miti, permette la crescita di tante specie di funghi, anche questo ingrediente predominante nella cucina tipica locale. Classico pasto sono le tagliatelle ai funghi porcini, con pasta realizzata a mano e condita con i funghi.
Sin dall’antichità, la vallata del Castellano è stata luogo di pastori, tradizionalmente si sono tramandate, di generazione in generazione, ricette di cucina con ingrediente principale la pecora ed i derivati della pastorizia. E quindi abbiamo formaggi, solitamente stagionati ed ottimi da accompagnare con del buon miele ma anche più freschi, spesso fatti a fettine, pastellati e fritti. E poi ancora arrosticini da cuocere alla brace sull’apposita “canaletta” e “pecora alla callara”.
Vini e Bevande
Il liquore tipico dell’Abruzzo in generale e di Valle Castellana in particolare è la “genziana”, presenta un colore ambrato ed ha un gusto amarognolo molto intenso, fresco e tonificante. Si ricava dalla macerazione delle radici della pianta di genziana.
Punti d'Interesse
- Castel Manfrino: deve il suo nome a Manfredi di Svevia, fu edificato tra il XII e il XIII secolo sui resti di un’antica fortezza romana costruita a difesa della strada che dalla Via Salaria nei pressi di Amatrice, attraverso il “Passo di Annibale”, sboccava nella pianura di Campovalano. La pianta del castello si sviluppava con orientamento longitudinale da nord verso sud. Oggi del fortino rimangono pochi resti tra i quali è possibile riscontrare una vasca battesimale paleocristiana ed una importante officina in cui si lavoravano metalli.
- Castello Bonifaci: è una imponente struttura situata nel borgo di Vallenquina, edificato nei primi del ‘900, probabilmente sui resti di una struttura più antica.
- Chiesa di Santa Maria di Stornazzano: si erge su una sponda del torrente Castellano ed è la chiesa principale di Valle Castellana. La sua origine risale all’XI secolo.
- Chiesa di San Vito: è una chiesa benedettina risalente al XII secolo, di giurisdizione farfense fino al 1741. È una costruzione rettangolare a capriata con presbiterio absidato di schiette forme romaniche del Trecento.
- Laturo: a circa 850 m. s.l.m., è una frazione di Valle Castellana che si affaccia timida e si lascia ammirare solo da lontano. Si tratta di un antico borgo di dimensioni insolitamente grandi, era collegato al resto del mondo da una mulattiera. Oggi il borgo è raggiungibile da diversi sentieri ed è meta turistica per molti escursionisti, è stato ristrutturato ed è mantenuto dall’associazione “Amici di Laturo”.
- Il Castagno di Nardò: nella località Morrice a circa 800 metri di quota si trova il famoso albero di Nardò o “piantone di Nardò”, uno dei castagni più grandi d’Italia con la circonferenza record di 14 metri. La sua comparsa risale al 1300 il che lo rende anche uno degli alberi più longevi d’Abruzzo.
- La grotta della paura: si tratta di una grotta inesplorata dalle profondità sconosciute situata tra le località di Settecerri e Laturo. La legenda narra che in prossimità di questa grotta siano morte diverse persone per aver preso un grosso spavento. Da qui nasce il nome: Grotta della Paura.
- Le caciare: le caciare, caratteristiche di questa zona e simili ai Tholos della Majella, sono piccole costruzioni in pietra a forma di igloo. Erano utilizzate dai pastori per il proprio ricovero e per eseguire in luogo riparato la lavorazione dei formaggi.