altimetria
planimetria
info tecniche
Tappa divisa in due parti: l’avvicinamento al circuito finale e il circuito stesso. La prima parte si svolge all’interno dei Monti Sibillini di cui dopo Norcia si scala il Valico di Castelluccio per attraversare l’omonima Piana e attraverso la Forca di Presta raggiungere Arquata del Tronto e la Salaria dove sono da segnalare numerose gallerie e alcuni restringimenti, ma prevalentemente ci si muove su strada larga e mediamente ben pavimentata. Alcuni attraversamenti cittadini presentano i consueti ostacoli dell’arredo urbano e al km 178 si entra nel circuito finale.
Ultimi km
Ultimi chilometri all’interno di un circuito di 22.7 km da ripetere una volta. Circuito costituito da una prima parte ondulata attraverso Mosciano Sant’Angelo seguito da un settore in leggera discesa fino a raggiungere il mare. Ultimi 3 km in leggera salita al 4.5% circa. Arrivo su asfalto al 2% per gli ultimi 400 m.
partenza / arrivo
ultimi km
crono tabella
info turistiche
Città di:
Arrone
Panoramica
Arrone è un borgo medioevale, circondato dalla natura del Parco Fluviale del Nera, situato in provincia di Terni a due passi dalla Cascata delle Marmore. Le origini sono antiche, si narra che il toponimo deriva probabilmente dai nobili Arroni che sul finire del IX secolo avrebbero fondato il piccolo villaggio. Arrone è inserito nel circuito dei Borghi più Belli d’Italia e si può definire la patria degli sport a contatto con la natura. Trekking, arrampicata, canoa, rafting, mountain bike ed equitazione. Infine si possono vivere emozioni uniche, transitando di albero in albero in condizioni di sicurezza, nel Parco Avventura di Rosciano. Caratteristica è la Festa del Santo Patrono, San Giovanni Battista e le suonate acrobatiche dei campanari, tra i pochi in Italia.
Gastronomia
Le tipicità del territorio sono essenzialmente legate ai prodotti della terra e dell’acqua. La dominante fascia olivata è un invito alla degustazione dell’intenso olio umbro che, ad Arrone, ha origini molto lontane ed è ottimo per gli abbinamenti con le carni allevate nel comprensorio.
La Valnerina è anche famosa per la sua norcineria, dai salumi a tutti i suoi derivati che da sempre rappresentano una tradizione che si tramanda di generazione in generazione. Tra i prodotti pregiati, c’è il tartufo che è alla base delle maggiori specialità gastronomiche. Una parte rilevante è data anche dall’acqua e dal fiume Nera, famosi i gamberi e i filetti di trota. Ottime sono le ciriole trota e tartufo nero e i tagliolini ai gamberi di fiume.
La cacciagione e i frutti del bosco, come ad esempio i porcini, sono alla base dei principali piatti che caratterizzano la nostra zona.
Vini e Bevande
Il Rosso Umbria IGT è la base dell’offerta viticola che viene arricchita da una sorprendente Barbera e dal classico Sangiovese.
Trebbiano e Grechetto sono invece i bianchi dal profumo intenso e vigoroso frutto di un terreno argilloso e limoso.
Punti d'Interesse
Sono diversi i monumenti da visitare, di grande interesse il castello di Arrone, la parte alta dell’abitato che conserva l’impianto urbanistico medioevale, con le mura e i pittoreschi vicoli. Sempre sul castello troviamo il campanile civico, la torre degli olivi, la trecentesca Chiesa di San Giovanni Battista con affreschi quattrocenteschi di scuola umbra e la Chiesa Parrocchiale di Santa Maria Assunta nella piazza principale.
Spostandoci un po’ nella vicina frazione di Casteldilago troviamo la Chiesa di San Nicola, Chiesa di San Valentino, Patrono dell’Amore e il santuario della Madonna dello Scoglio.
Giulianova
Panoramica
Giulianova, la “Posillipo degli Abruzzi”, racchiude in sé ospitalità, storia, arte, paesaggio, spiritualità, gusto e profumo di mare e di verdi colli. La ricettività turistica è tra le maggiori e più importanti d’Abruzzo, in quanto offre alberghi, campeggi, villaggi turistici alla portata soprattutto dei più piccoli. Le famiglie trovano sulla spiaggia pianeggiante e sabbiosa la loro sicurezza e tranquillità.
Gastronomia
Giulianova, protesa sul mare ma con solide tradizioni legate al contesto agrario, può vantare una gastronomia completa.
Piatto principe della cucina locale, nato con e dai marinai, è il Brodetto “alla giuliese”, così chiamato per le varianti che lo differenziano dagli analoghi di Pescara, San Benedetto del Tronto e Vasto. La sua genesi è legata alla tradizionale “scafetta”, cioè il quantitativo di pesce spettante al marinaio in conto lavoro e prelevato dall’ultima pescata effettuata dalla barca prima di rientrare in porto. Gli ingredienti sono semplici: sogliole, polipi, merluzzo, triglie, scorfano, coda di rospo, seppie, seppioline e altri frutti di mare, in aggiunta al peperoncino.
Primo piatto tipico è il “Piccato alla giuliese”, una sorta di pestato di pesce azzurro e pomodoro che regala tutti i profumi di una terra dal carattere forte e al contempo irresistibile.
Altra prelibatezza della cucina marinara è costituita dalle “panocchie (cicale di mare) soffocate”, nato come antipasto che i pescatori preparavano sulle “lancette”, le barche antesignane degli attuali motopescherecci.
Celebre piatto legato invece alla cultura contadina, diffuso ormai in tutta la regione benché nato nel Teramano, è quello costituito dai maccheroni alla chitarra con le “pallottine”. Il singolare nome, impostosi probabilmente a partire dai primi del Novecento, deriva da una sorta di telaio di legno rettangolare dotato di sottili fili di acciaio, simile appunto ad una chitarra, utilizzato per confezionare questi particolari maccheroni.
Tradizionali sono anche le “Scrippelle ‘mbusse”. Vuole la tradizione che la nascita di questo piatto, collocabile nel primo decennio dell’800, sia dovuta a un piatto di crepes caduto in un recipiente colmo di brodo. Nacquero così, del tutto casualmente, quelle frittatine in brodo (‘mbusse in dialetto significa letteralmente bagnate) che ancora oggi rappresentano uno dei piatti forti della gastronomia teramana.
Vino e Bevande
Giulianova, di origine romana, vanta un rapporto con il vino antichissimo.
Una particolare struttura del terreno e un favorevole microclima favoriscono la produzione di un vino dalle peculiari sensazioni organolettiche, che ben si adatta all’invecchiamento e non solo.
La campagna giuliese è costellata di cantine e vigneti dove viene prodotto il Colline Teramane Montepulciano d’Abruzzo DOCG e il Colli Aprutini IGT. Il primo vino è prodotto dall’omonimo vitigno Montepulciano, ed è l’unica Denominazione di Origine Controllata e Garantita in Regione Abruzzo. Colli Aprutini IGT è riservata ai seguenti vini: – bianchi, anche nelle tipologie frizzante e passito – rossi, anche nelle tipologie frizzante, passito e novello – rosati, anche nelle tipologie frizzante e novello.
Punti d'Interesse
La Città ideale del Rinascimento: dopo la distruzione del centro medievale di Castel San Flaviano alla foce del fiume Tordino, il duca Giulio Antonio Acquaviva fondò attorno al 1471 una nuova città poco lontano ma più in alto sul colle. Fortificata per divenire “porta e difesa” del Regno di Napoli e presidio a difesa dell’Adriatico, nuovo confine della cristianità, il duca e condottiero le diede il suo nome: Giulia. La possente cinta muraria che l’avvolge viene realizzata facendo ricorso ai più moderni sistemi difensivi; anche il suo impianto, così come le principali emergenze architettoniche, a iniziare dalla possente chiesa di Santa Maria in platea, poi anche presto di San Flaviano. La straordinaria originalità, il raffinato linguaggio matematico-proporzionale come anche i complessi significati politico-militari e civili presenti nel piano di fondazione, fanno di Giulianova il primo esperimento di fondazione di una “Città ideale”. Sulla piazza dalla caratteristica forma a lama di coltello, ideata come lo scenario in cui doveva manifestarsi la grandezza della dinastia Acquaviva, si affaccia il palazzo ducale con il torrino verso il mare e la Collegiata o Duomo di San Flaviano, simbolo della città. Luogo prescelto per concerti ed eventi, come il Festival Internazionale di Bande Musicali e Majorettes, la piazza è luogo di vivace ritrovo con ristoranti, enoteche e birrerie, alcune delle quali dispongono di terrazzi panoramici sul mare. La sera, con l’illuminazione della cupola del duomo, la piazza vive di un’atmosfera unica.
Santuario della Madonna dello Splendore: sorge sulla collina della città, sulla sommità a Nord, ed è uno dei luoghi mariani più noti del Centro e Sud Italia. Di fondazione collocabile tra la fine del Quattrocento e gli inizi del secolo successivo, in contemporanea alla costruzione di Giulia, il santuario dello Splendore nasce a seguito dell’apparizione della Madonna circondata di luce su un olmo ad un umile contadino di nome Bertolino; nella sua ultima apparizione la Vergine, comparendo a tutto il popolo giunto sulla collina, fece sgorgare dai piedi dell’albero una sorgente di acqua, tuttora attiva e ritenuta miracolosa, oggi in corrispondenza dell’altare maggiore. Da almeno quattro secoli, il 22 aprile di ogni anno, Giulianova ricorda l’apparizione con solenni festeggiamenti.
Il Polo Museale e la Pinacoteca civica “Vincenzo Bindi”: cuore del Polo museale civico, grazie ad un accurato allestimento che le ha ridato vita dal 18 luglio 2021 dopo oltre 15 anni di chiusura, la Pinacoteca è un’autentica Casa-museo, ovvero un luogo dove le opere d’arte dialogano e trovano posto tra gli oggetti, anche di vita quotidiana, e i ricordi, del collezionista e dei suoi famigliari, che in queste sale incontrarono amici intellettuali e artisti tra Otto e Novecento. La raccolta spazia su più di tre secoli di Pittura napoletana, meridionale e abruzzese. Gli ambienti ospitano inoltre alcune opere di scultura, arredi di pregio, tendaggi antichi e la collezione ceramica con pezzi di maioliche dal Settecento fino all’Otto-Novecento della Real Fabbrica di Capodimonte, della Ginori di Doccia e di Castelli d’Abruzzo. Oltre dunque alla sezione pittorica, dagli anni Settanta del Novecento il Polo Museale si è arricchito di ulteriori sedi espositive, tutte inserite all’interno del tessuto urbano storico della città e che raccontano la lunga storia e le personalità artistiche giuliesi: il Museo archeologico “Torrione La Rocca”, la Sala di scultura “Raffaello Pagliaccetti” e la Cappella gentilizia De Bartolomei.
L’Unità d’Italia: piazza Belvedere: la scenografica piazza con i palazzi che vi si affacciano e la sua terrazza sul mare è il manifesto del fervore economico, civile e culturale che investì la città tra Ottocento e Novecento, soprattutto dopo l’Unità d’Italia. Il porticato del Palazzo De Bartolomei, edificato a partire dal 1876 demolendo un tratto delle fortificazioni quattrocentesche, rappresenta una delle prime emergenze riconducibili alla espansione extramuraria dell’abitato, cui sono ricollegabili il vicino ma successivo Palazzo Trifoni, poi Montebello nonché il grande palazzo della Scuola “De Amicis” realizzato nei primi anni dieci del Novecento, su disegno dell’architetto romano Achille Petrignani, nell’area occupata, fino al 1904, dal complesso cinquecentesco dei frati Minori Conventuali. Sul lato opposto della piazza, lungo la cosiddetta “linea Marcozzi”, dal nome della famiglia di origine teramana proprietaria dei terreni, insiste la Cappella gentilizia De Bartolomei o di San Gaetano voluta dall’ingegnere Gaetano De Bartolomei (1821-1892) e oggi tra le sedi del Polo Museale Civico. Fu lo scultore giuliese Raffaello Pagliaccetti (Giulianova, 1839 – 1900) ad approntare, nel novembre 1868, il relativo disegno di massima, benché l’edificio sia stato realizzato secondo il progetto esecutivo dell’architetto teramano Giuseppe Lupi. A dominare lo spazio è il grande monumento in bronzo al primo re d’Italia Vittorio Emanuele II opera di Raffaello Pagliaccetti, realizzato a Firenze nel 1889 ed inaugurato il 26 agosto 1894. Il monumento ricorda l’ingresso del re a Giulianova, prima tra tutte le città del Regno delle Due Sicilie ad essere visitata durante la sua discesa, il 15 ottobre del 1860, verso Teano per incontrare Giuseppe Garibaldi. La piazza ospita anche un’altra sede del Polo Museale Civico, ovvero la Sala Civica di Scultura.
Il Lido: la spiaggia, la ciclovia adriatica e il porto: nella seconda metà dell’Ottocento, sotto una vivace spinta demografica e con il miglioramento dell’economia locale il centro della città disposto sulla collina si espande facendo dell’attuale piazza della Libertà e Belvedere il nodo urbano principale. Anche il sottostante litorale, fino all’Unità d’Italia sostanzialmente deserto, grazie all’entrata in funzione nel 1863 della linea ferroviaria Ancona-Pescara e quindi, nel 1884, di quella per Teramo, registra una sempre più vivace attività sia commerciale che industriale. Grazie anche alla “scoperta” del turismo balneare, con la costruzione nel 1874 dello stabilimento balneare “Venere”. Alla vocazione turistica è pure legato il Lungomare monumentale oggi arricchito dall’ampio percorso della ciclovia adriatica, realizzato nel 1936 in poco più di due mesi, caratteristico per le sue “demilune” e per la fuga delle snelle colonne bianche in travertino sormontate dalla triade di luminarie, risulta modellato su quello più celebre del viale della Vittoria a Bengasi. Tra le residenze in stile Liberty, l’esempio più interessante e significativo è però costituito dal villino Paris-Costantini, prospiciente il Lungomare Zara. A poca distanza, nella via omonima, la villa Gasbarrini. Fin da quando esisteva la colonia romana di Castrum Novum sul colle e sulla pianura alla foce del fiume Batinus, l’odierno Tordino che segna oggi il confine meridionale della città, Giulianova si è distinta per il suo scalo commerciale. Il molo Sud, il porto “vecchio”, è certamente un luogo affascinante e tranquillo dove passeggiare e imbattersi nei personaggi della marineria che animano i “caliscendi”, strutture in legno finalizzate alla piccola pesca, ma anche luoghi tradizionali di ritrovo che dagli scogli si sporgono sul mare. Il porto è certamente uno degli angoli dai quali meglio godere il paesaggio che distingue Giulianova, sospesa tra le vette più alte degli Appennini e l’Adriatico, con il profilo caratterizzato dalla mole della cupola del duomo di San Flaviano, simbolo della città.