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info tecniche
Percorso
Tappa mossa e articolata specialmente nella seconda parte. Partenza da Camaiore e attraverso la pianura Pisana si raggiunge Volterra toccando Pisa, Ponsacco e Lajatico. Si entra poi nel Senese con una serie di saliscendi più o meno impegnativi tra Rosia, Casciano di Murlo e Monticiano (GPM a Poggio alla Croce). Superata la piana dell’abbazia di San Galgano si sale all’arrivo di Chiusdino.
Ultimi km
Ultimi km prevalentemente in salita caratterizzati da numerose curve. Arrivo su asfalto, carreggiata di 7 m.
partenza / arrivo


ultimi km
crono tabella
info turistiche
Città di:
Camaiore
Panoramica
Camaiore si trova nel cuore della Versilia e si caratterizza per la varietà dei paesaggi: dalle vette delle Apuane, alle colline costellate da borghi, fino alle spiagge di Lido di Camaiore. Vitale sin dall’epoca preistorica e densa di testimonianze, la città oggi è divenuta meta turistica anche grazie alle tradizioni, come i tappeti di segatura e la luminara di Gesù morto, e le manifestazioni quali il Festival Gaber, È la via dell’orto e la Festa Pic che raccontano la sua vocazione all’enogastronomia. Ha ospitato 65 edizioni del Gp Camaiore, gara che nel suo albo d’oro può vantare i più grandi campioni delle due ruote. Attraversata dalla via Francigena è la tappa XXVII del cammino di Sigerico.
Gastronomia
Scarpaccia: è una torta salata tradizionalmente preparata con zucchine, farina, sale, pepe e cipolla.
Torta di Pepe o “co’ pizzi”: è una torta salata a base di riso, bietola, pane casalingo, uova, pepe, prezzemolo e formaggio pecorino. Cotto l’impasto, si stende su una sfoglia fatta con farina, acqua, sale, olio e burro.
Tordelli: è un piatto salato con pasta (simile al raviolo) ripiena di carne di manzo e maiale macinata, bietola lessa, parmigiano, uova e mollica di pane. Il tutto viene condito con ragù.
Norcineria camaiorese: storica la presenza di norcini provenienti dalla frazione di Gombitelli, isola linguistica che ha ospitato una popolazione longobarda già dal medioevo. Prodotti tipici sono la mortadella di maiale anche detta sbriciolona (dal gusto dolce e delicato, realizzata con lombo spalla, coppa e pancetta di maiale, a cui si aggiungono aromi e spezie, sale, pepe, semi di finocchio, cannella e chiodi di garofano) il lardo e il biroldo (insaccato di carne di maiale realizzato con le parti considerate meno nobili come testa, polmoni, cuore, lingua e talvolta frattaglie, il tutto amalgamato con sangue di maiale).
Chiusdino
Informazioni Turistiche
Il territorio di Chiusdino, situato a poco più di trenta chilometri da Siena, su uno dei rilievi delle Colline Metallifere, lungo la direttrice viaria per Massa Marittima, presenta un andamento estremamente vario, caratterizzato da un ambiente naturale prorompente e incontaminato, solcato dal fiume Merse: una Toscana diversa da quella delle cartoline più note e tutta da scoprire.
Il territorio, frequentato fino dal periodo etrusco, conobbe uno sviluppo più significativo a partire dal Medioevo, quando Chiusdino venne fondato come castello compreso nell’ampia diocesi di Volterra, al confine coi domini dei conti della Gherardesca.
Dalla seconda metà del Millecento Siena, in forte espansione verso le Colline Metallifere, le loro miniere d’argento e verso il mare, iniziò il processo di annessione di Chiusdino, che si concluse nel 1215, col giuramento di fedeltà del castello alla Repubblica senese.
Lo sviluppo di Chiusdino, che aveva condotto alla costruzione di una seconda cinta muraria per racchiudere i borghi sorti all’esterno del primitivo castello, si arrestò con la peste del 1348, alla quale seguì una pesantissima crisi demografica ed economica.
Chiusdino è il paese che dette i natali a San Galgano, il cavaliere che, nella seconda metà del Millecento, rinunciando alle armi in favore di una vita spirituale, infisse la propria spada al vertice della collina di Montesiepi, a pochi chilometri dal centro storico.
Il borgo, cristallizzato in un’epoca fuori dal tempo e incastonato su un ripido colle, offre al visitatore un’esperienza unica, con le sue strette vie, i suoi monumenti, il suo museo e il suo strepitoso silenzio che esalta i suoni della natura circostante.
Gastronomia
Quello di Chiusdino è un territorio che, unendo alla vallata fluviale del Merse rilievi impervi, ha costretto l’uomo a dover contendere continuamente all’ambiente naturale lo spazio coltivabile. Se in corrispondenza delle valli del Feccia e del Merse la produzione è improntata a colture cerealicole, fra le quali quelle dedicate ai grani antichi, dai quali si ricavano pane e pasta artigianali, sui colli si è maggiormente sviluppata la coltivazione degli olivi.
Antica quanto quella dell’olivo è la tradizione legata alla raccolta di castagne e alla produzione di farina, grazie alla vasta disponibilità di materia prima proveniente dai secolari castagneti presenti sui rilievi più alti. Ancora oggi il territorio è punteggiato dall’architettura dei piccoli essiccatoi, dedicati a questa produzione, alcuni dei quali ancora perfettamente funzionanti.
La foresta la fa da padrona, da queste parti, e con essa la selvaggina, ricca di numerose specie. Il re del bosco è però indiscutibilmente il cinghiale che è alla base di numerosi piatti tipici, primo fra tutti il cinghiale in umido. Abbonda la cacciagione in generale, comprendente il fagiano, la lepre e anche il capriolo, ma il cinghiale domina anche a tavola, visto con questo si preparano anche i sughi per la pasta, per la polenta, e anche per i tortelli maremmani, giunti da oltre le colline sulle vie della transumanza.
Un altro ingrediente caratteristico della cucina chiusdinese sono i funghi, specialmente porcini, raccolti in gran quantità nei boschi della zona.
Sono anche presenti produzioni artigianali di formaggi e quella, rinomata, dei salumi.
Bevande
Più di recente, alcuni giovani imprenditori hanno investito nella produzione vitivinicola, procedendo dalla valutazione delle caratteristiche dei suoli e sviluppando vigneti e cantine improntati alla produzione di vini di alta qualità, per altro già ampiamente in commercio.
Sebbene si tratti di impianti ancora localizzati, il successo riscosso dai vini chiusdinesi lascia prevedere la rapida estensione di questo genere di coltura ancora tutta da scoprire da parte dei cultori.