altimetria
planimetria
info tecniche
Tappa suddivisa in due parti. La prima ondulata quasi tutta a scendere verso la costa con una leggera risalita fino al primo passaggio sull’arrivo. La seconda costituita dal durissimo circuito finale del Cippo di Carpegna da ripetere due volte. Il circuito da ripetere due volte si compone della salita di 6 km con pendenze fino al 14% e della successiva discesa molto impegnativa fino a ripassare sull’arrivo per un secondo giro.
Ultimi km
Ultimi 3 km metà in discesa veloce e metà in salita. Ultimo km al 3% circa con breve spianata negli ultimi 400m. Arrivo su asfalto largo 7 m.
partenza / arrivo
dettaglio salite
ultimi km
crono tabella
info turistiche
Città di:
Apecchio
Panoramica
Le Alte Marche sono uno scrigno di luoghi magici. Esplorando questa terra abbracciata all’Appennino, si scoprono poetiche montagne, boschi incantati, cascate e ruscelli dalle acque cristalline, panorami mozzafiato. Le esperienze che il territorio offre sono all’insegna della natura più autentica. Passeggiando lungo i sentieri o pedalando lungo la Ciclo Appenninica Alte Marche (CAAM), si incontrano scorci unici e antichi borghi dove gustare le bontà locali. Uno di questi è Apecchio, la porta tra Marche e Umbria, che copre un territorio immerso tra distese di boschi, prati e sorgenti, sul Monte Nerone con la sua splendida frazione di Serravalle di Carda. Sentieri e percorsi attraversano il territorio dai panorami suggestivi, per chi ama il contatto con la natura e lo sport all’aria aperta. Luogo di incontro di tutte le civiltà, sono ancora presenti tracce di insediamenti Umbri, Etruschi, Romani e Celtici fino a quelle del dominio dei conti Ubaldini che hanno governato questa terra dal Quattrocento al 1752, lasciando in eredità il maestoso Palazzo Ubaldini, in Piazza San Martino, che rappresenta uno dei punti di riferimento delle Alte Marche per l’arte antica.
Gastronomia
Qui la terra è generosa e regala materie prime eccellenti che, curate e preparate secondo una tradizione di ricette tramandate e di sperimentazione, restituiscono una rosa di specialità davvero unica. L’enogastronomia delle Alte Marche è frutto di un’eredità antica. Altrettanto preziosa è l’Alogastronomia che si è sviluppata nei tempi più recenti grazie alla passione e alla professionalità di birrifici e ristoratori locali.
Apecchio vanta ben tre specialità De.C.O.: il Salmì del Prete, il Bostrengo di Apecchio e la Coratella d’Agnello di Serravalle di Carda, splendida frazione arroccata sul Monte Nerone.
Il Salmì del Prete è un piatto della tradizione apecchiese a base di cacciagione riproposto oltre quarant’anni fa dalle abili cuoche locali, e, da allora, viene cucinato costantemente nei ristoranti e nelle case di Apecchio.
Il Bostrengo è un dolce tipico di tutte le Marche, ma ad Apecchio ha trovato la sua massima ispirazione. Inizialmente era un dolce dei poveri, veniva chiamato anche “svuotacredenza” poiché, appunto, per farlo si usava un po’ tutto quello che c’era in casa. La ricetta del Bostrengo di Apecchio, rimasta invariata dalle origini, è stata tramandata nei secoli dalle massaie che preparavano il dolce, sia per integrare la povera dieta alimentare della famiglia, sia in occasioni di feste importanti, utilizzando ciò che avevano in casa. Oggi è ormai una prelibatissima eccellenza, protagonista anche nel mondo dello sport. È infatti lo snack del ciclista.
La Coratella di Agnello di Serravalle di Carda è ormai famosa quanto la piccola frazione abbracciata al Monte Nerone. Prodotta davvero a Km 0 attira numerosi appassionati del buon cibo e della natura incontaminata che circonda i vari punti di ristoro di Serravalle. D’estate, infatti, è il punto di partenza ideale per gli appassionati di trekking, di escursioni a cavallo e in mountain bike, una fitta rete sentieristica collega la frazione con il capoluogo. D’inverno, oltre allo sci alpino sulle piste da sci, si possono fare bellissime ed emozionanti passeggiate con le ciaspole.
Ma tutte le Alte Marche sono ricche di eccellenze gastronomiche: tra le tipicità più celebri troviamo piatti a base di tartufo o funghi, la crescia in graticola, le penciarelle, la polenta di mais ottofile, il pane tipico, le amarene, le carni della tradizione, i dolci fatti come una volta.
Vino e bevande
Le Alte Marche sono per tradizione un territorio ricco di eccellenze eno-alogastronomiche: vini di grande qualità e birre artigianali ormai sono diventati una delle principali attrattive per un turismo di qualità, alla ricerca delle specialità locali.
Apecchio è, ormai per molti, sinonimo di birra artigianale: sede dell’Associazione Nazionale Città della Birra, qui nasce l’Alogastronomia, che attraverso la ristorazione locale abbina sapientemente la cucina tradizionale, il sapore intenso del tartufo e la birra d’eccellenza. Il grande segreto è che nel suo territorio sgorga acqua purissima direttamente dal Monte Nerone e il clima è ideale per la produzione di orzo di qualità.
Queste caratteristiche hanno dato impulso alla fondazione di diversi Birrifici Artigianali di alto livello, in grado di combinare questi elementi e trasformarli in una vera e propria eccellenza. È nato così il progetto Apecchio Città della Birra che ha consacrato il piccolo paese delle Alte Marche come Capitale Nazionale della Birra Artigianale. Quello che rappresenta ormai il fenomeno della birra artigianale a livello universale è testimoniato dal fermento che si respira per le strade di Apecchio: qui, questo mondo è diventato la consuetudine ed è nata una vera e propria cultura della birra che accoglie con passione e competenza i tantissimi turisti del settore o anche i semplici visitatori alla ricerca di un’autentica specialità del luogo. Gli apecchiesi hanno anche coniato un nuovo termine per allargare ancor di più i confini di questo universo: l’Alogastronomia. Ormai da qualche anno, infatti, i ristoratori locali hanno intrapreso un percorso di grande interesse abbinando alla loro birra artigianale piatti particolari come il tartufo, la cacciagione, i funghi o addirittura specialità di dolci come il Bostrengo: un’importante evoluzione per il mondo del gusto, locale e internazionale.
Carpegna
Panoramica
Carpegna sorge ai piedi dell’omonimo ammasso montuoso che rappresenta lo spartiacque tra le vallate del Conca, del Foglia e del Marecchia, nel cuore della regione storica del Montefeltro.
Immersa nello splendido scenario naturalistico del Parco Interregionale del Sasso Simone e Simoncello, che prende il nome dai due caratteristici ammassi rocciosi che svettano a ovest dell’abitato, il paese di Carpegna, grazie al suo microclima e alle bellezze storiche e naturalistiche, fin dal primo dopoguerra si è contraddistinta come una delle principali mete turistiche della Provincia di Pesaro-Urbino e negli ultimi anni si sta riaffermando con il turismo sportivo ed ambientale, grazie anche alla purezza e alla salubrità dall’aria certificata con l’assegnazione della prima Bandiera Trasparente d’Italia.
La storia di Carpegna è legata a quella della famiglia nobiliare che ne porta il nome e della quale svetta nel centro del paese il sontuoso Palazzo dei Principi, edificato alla fine del XVII secolo per volere del Cardinal Gaspare e progettato dall’architetto romano Giovanni Antonio De Rossi.
La Contea di Carpegna rimase indipendente fino al 1819, quando Papa Pio VII costrinse il Conte Gaspare a firmare l’atto di sottomissione allo Stato Pontificio.
Carpegna è anche conosciuta come il paese dei quindici borghi, tanti sono i borghi attorno all’abitato principale, ognuno pressoché indipendente dall’altro con tutti i servizi e strutture per la vita comune come un forno, una fontana e una chiesa o una celletta per le funzioni religiose.
Gastronomia
A tavola il nome di Carpegna è indubbiamente legato al Prosciutto che ne prende il nome.
Il Prosciutto di Carpegna è uno dei sette prosciutti DOP presenti in Italia ed uno dei più prelibati al mondo. Le cosce, provenienti esclusivamente da Emilia-Romagna, Marche e Lombardia, vengono fatte stagionare con sale di Cervia nello stabilimento di Carpegna, dove l’aria salmastra del vicino mare Adriatico si unisce alle correnti resinose delle colline del Montefeltro rendendo unico il microclima e il sapore del Prosciutto.
La lavorazione avviene secondo l’antica tradizione contadina, ripercorrendo l’alternarsi delle stagioni: dalla prima asciugatura a freddo seguono fasi successive di stagionatura a temperature più calde.
A questo si aggiunge una stuccatura con un mix segreto di spezie, grasso e sale che, dopo i 14 mesi di stagionatura, donerà al Prosciutto di Carpegna DOP il suo inconfondibile sapore.
Oltre al prosciutto, la gastronomia locale risente delle influenze della vicina Romagna e della Toscana, offrendo percorsi enogastronomici che uniscono le diverse tradizioni culinarie.
A Carpegna inoltre è possibile trovare produttori di carni, con animali allevati in natura negli ampi pascoli del monte Carpegna, o assaggiare il Miele di Carpegna. Caratteristica è anche la presenza, in primavera, del prugnolo o spignolo, una varietà di fungo molto prelibata che può accompagnare primi piatti, frittate o carni.