altimetria
planimetria
info tecniche
Tappa di attraversamento dell’Appennino. Dalla Cascata delle Marmore si sale più o meno ininterrottamente con pendenze mediamente dolci fino al valico di Torre Fuscello prima di raggiungere Leonessa e portarsi sulla Salaria a Posta. Dopo una breve ascesa la Salaria si snoda sempre in leggera discesa fino a raggiungere Ascoli Piceno. Breve risalita a Maltignano prima di entrare nel circuito finale da percorrere due volte dopo il primo passaggio sull’arrivo.
Ultimi km
Ultimi km in circuito. Due giri completi. Dopo Bellante discesa a saliscendi fino a Sant’Onofrio dove la strada diventa più larga e rettilinea prima verso la valle poi parallelamente al fiume prima di affrontare la salita di circa 3.8 km che porta all’arrivo. Pendenze dell’ordine del 7% con punte massime dell’11%. Arrivo su asfalto largo 7 m.
partenza / arrivo
ultimi km
crono tabella
info turistiche
Città di:
Cascata delle Marmore
Panoramica
La creazione della Cascata risale al 271 a.C., è una formidabile opera d’ingegneria romana che servì a favorire il deflusso delle acque del Velino, responsabili di frequenti e disastrose inondazioni e della trasformazione di vaste estensioni di terra in malsane paludi. In epoche successive e fino al Rinascimento, vennero compiuti ulteriori lavori di perfezionamento fino all’assetto attuale.
Questa grande disponibilità di acqua ha consentito la creazione nella zona di numerosi complessi industriali.
L’area della Cascata è formata da depositi di travertino, roccia per natura friabile e non compatta che, con l’intensa circolazione delle acque, ha permesso il formarsi di cavità, grotte e forme “carsiche”.
Le cavità principali, sia per interesse speleologico, sia per bellezza e suggestività degli ambienti, sono racchiuse in tre distinti complessi: il primo, costituito dalla Grotta della Morta e dalla Grotta delle Diaclasi, ha uno sviluppo planimetrico di 287 m. e da una profondità massima di 23 m.; il secondo, costituito dalla Grotta delle Colonne, sviluppatasi in due diaclasi principali, che frane successive hanno diviso in ambienti non comunicabili; infine, con uno sviluppo di oltre 190 m., la Grotta della Condotta, in parte franosa e attraversata da una vecchia condotta.
La vegetazione lungo tutto il corso delle acque è lussureggiante e rigogliosa.
Il territorio della Cascata presenta grandi esemplari di Salici, Ontani e Lecci. Il Pino d’Aleppo è spesso abbarbicato alle emergenze calcaree dei versanti, mentre le colline sono coperte da lecci, querce, aceri e faggi.
Una visita al Giardino Botanico situato all’interno del Parco Regionale Fluviale del Nera (2460 ettari) permette di ammirare le diverse specie vegetali che popolano l’area.
Si registra la presenza di una ricca fauna acquatica. I boschi sono popolati da molte specie di uccelli tra cui si annovera la rondine montana e il codirosso. Tra i rapaci hanno un posto di primo piano il biancone e il gheppio.
Bellante
Panoramica
Bellante è un comune situato sulle colline teramane in Abruzzo.
E’ suddiviso in varie frazioni oltre al centro storico, tra cui Ripattoni e Bellante stazione, che si trova all’estremità meridionale del comune, nella parte occupata dal fondo valle del Tordino. La sua posizione offre ai suoi visitatori una magnifica vista, dall’azzurro del mare Adriatico, al verde delle colline teramane per terminare sulle cime innevate del Gran Sasso. Straordinario il panorama dal Belvedere, donde si spazia sulla Montagna dei Fiori, sul Monte dell’Ascensione nell’Ascolano, fino all’Adriatico e, sotto, la vallata del Salinello.
Antico feudo degli Acquaviva, il paese conserva molte testimonianze delle sue origini medioevali, con reperti anche di epoca italica e romana.
Dopo essere stata soggetta, nel sec .XII, al barone Attone Todino, fu baronia di Gualtieri di Bellante, che si pose alla testa di un allenza di feudatari contro Carlo II D’Angiò. Per quanto riguarda Ripattoni la sua proprietà era divisa tra Cicco di Acquaviva e Matteo di Canzano e nel sec. XII passò alla famiglia Acquaviva fino al XVII sec.
Infine, Bellante nacque Aurelio Saliceti (1804-1862).
Gastronomia
Terra di transumanza, pastorizia e antiche tradizioni, l’Abruzzo conserva intatte le pratiche artigianali di un tempo, a cominciare dalla tavola. Una cucina ricca e sfaccettata, divisa tra mare e terra, e prodotti di montagna, formaggi, salumi e carni. Le specialità più rappresentative dell’Abruzzo e, in particolare, di Bellante a partire dai primi piatti sono gli SPAGHETTI ALLA CHITARRA, tipologia di pasta realizzata in un telaio in legno di faggio (o un altro legno neutro) sul quale sono tesi dei fili d’acciaio paralleli. Gli spaghettoni di sezione quadrata vengono conditi, poi, con ragù, in particolare con le classiche pallottine.
Inoltre, ci sono da segnalare le così dette CRESPELLE o crepes, che possono essere utilizzate per vari e preparazioni, tra cui le Scripelle ‘Mbusse, denominate così perché arrotolate su se stesse vengono servite in brodo cosparse di pecorino e parmigiano. Le crespelle sono la base anche della preparazione del TIMBALLO, disposte a strati a mò di lasagna e farcite con sughi della tradizione, e dei CANNELLONI, arrotolate e farcite vengono cotte in forno.
Le PENNETTE ALLA BELLANTESE sono il piatto tipico di Bellante, preparato con piselli, funghi e carne macinata uniti in un unico piatto, riescono a creare un insieme armonioso.
Un altro prodotto simbolo del territorio, legato alla tradizione della pastorizia, a base di piccoli pezzetti di carne ovina infilzati su uno spiedo, sono gli ARROSTICINI. Secondo la leggenda, furono due pastori a creare gli arrosticini, per recuperare la carne delle pecore più vecchie altrimenti immangiabile, tagliata a pezzetti e cotta alla brace su lunghi bastoncini di legno.
Per quanto riguarda i dolci, la PIZZA DOLCE è stata per tempo una prelibatezza riservata a matrimoni e occasioni speciali, mentre oggi viene preparata durante tutto l’anno. E’ una torta composta da strati di pan di spagna intervallati da crema pasticcera classica e al cioccolato.
Dolci tipici D’Abruzzo e, in particolare, di Bellante nel periodo natalizio sono i BOCCONOTTI, a base di pasta frolla farciti con marmellata d’uva con forma che ricorda i muffin. Insieme a questi, durante il periodo di Natale, sono presenti sulle tavole Abruzzesi i CALCIONETTI e le SFOGLIATELLE.
Bellante, durante il periodo estivo e quello invernale, organizza eventi gastronomici importanti che richiamano persone da tutto l’Abruzzo, e sono:
- SAGRA DELLE LUMACHE E TAGLIATELLE DI FARRO a giugno. I piatti “forti” di questo appuntamento gastronomico sono le Tagliatelle di Farro al sugo di lumache e le Pennette alla Bellantese. Inoltre, arrosticini , panini con salsiccia, lumache in guazzetto, formaggio fritto, frittelle. Il tutto accompagnato da ottimo vino e birra.
- SAGRA DELLA POLENTA a novembre, in cui viene servita Polenta con sugo di Salsicce e costine di maiale e polenta bianca con funghi, salsiccia e pancetta, oltre ad altre prelibatezze.
Vino e bevande
Come in tutta Italia, anche a Bellante la vitivinicoltura occupa una posizione di prestigio tra le attività agricolturali della regione ed i vini prodotti nella provincia di Teramo sono noti per la loro originalità e qualità. Essendo Bellante un comune collinare, i produttori locali hanno cercato per i loro vigneti le posizioni migliori per ottenere uve idonee alla produzione di vini in linea con gli elevati standard presenti nella provincia stessa.
Tra i vini di maggiore rilievo c’ è il MONTEPULCIANO D’ABRUZZO COLLINE TERAMANE DOCG, vino rosso rubino intenso, robusto che deve essere sottoposto ad un periodo minimo d’invecchiamento di almeno 3 anni, di cui almeno un anno in botti di legno e due mesi di affinamento in bottiglia. I profumi sono quelli dei frutti rossi, e al naso il vino è intenso ed etereo. Al palato il sapore è secco, giustamente tannico, armonico e vellutato.
Tra i vini bianchi, le nostre cantine producono il così detto TREBBIANO D’Abruzzo, vino di colore dorato, secco e fruttato, con un bouquet delicato e caratterizzato da fresca acidità. Ritroviamo, inoltre, il PECORINO e la PASSERINA, vitigni che danno origine a vini freschi, strutturati e, soprattutto se ottenuti dal Pecorino, dotati di ottima struttura e potenza alcolica.
Le cantine del comune di Bellante raccolgono tutta la vastità di vini presenti in provincia di Teramo, oltre al CERASUOLO D’ABRUZZO, vino dal colore rosso ciliegia con riflessi violacei, caratterizzato da un bouquet fine e fruttato con note di marasca e fragola, si presenta armonico, fresco e persistente.
La GENZIANA e la RATAFIA sono due tra i liquori tipici abruzzesi, che annoverati tra i Prodotti Agroalimentari Tradizionali dal Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, vanno ad ampliare quelli che sono i prodotti tipici di questa terra ricca di tradizione.
Punti di interesse
Il borgo di Bellante è di origine medievale e di quell’epoca conserva un tratto delle antiche mura e la PORTA DI ACCESSO AL BORGO, costruita nel XII secolo.
Di grande valore non solo artistico, ma anche religioso, è la CHIESA PARROCCHIALE DI SANTA CROCE, di cui è possibile ammirare il portale rinascimentale e l’alto campanile, che anche la funzione di “Torre Civica”. Alla sua sommità svetta un’imponente e caratteristica banderuola con alla base le iniziali dei quattro punti cardinali e sui lati da una parte il simbolo della croce , dall’altra lo stemma del paese con l’iscrizione “Universitas Bellanti”. All’’interno della chiesa, in stile rococò, vi si conservano tele dell’ascolano Nicolò Monti (allievo di Pompeo Batoni), firmate e datate 1793, un quadro raffigurate l’Epifania, della scuola del Veronese, e un Croce professionale d’argento attribuita a Nicola da Guardiagrele, o comunque, alla sua scuola. Interessante è anche la CAPPELLA DI SANTA MARIA DELLA MISERICORDIA, sulla sinistra della navata dove c’è la Madonna onorante col Bambino, statua lignea policroma del ‘500.
Addentrandosi nei vicoli del centro storico ammirando le antiche mura che lo circondano, a Borgo Bastione è possibile osservare il PALAZZO TATTONI splendido edificio dei primi del ‘900 opera di Alfonso De Albentiis.
Inoltrandosi per Corso Gualtieri si arriva in Piazza Mazzini, dove si trova la sede comunale .
Qualche altro passo ancora e si giunge al Belvedere, dove è possibile guardare la vallata circostante ed i paesini limitrofi. A destra del Belvedere è possibile sostare davanti al MONUMENTO AI CADUTI della 2° guerra mondiale.
Nel capoluogo inoltre sono ancora presenti le rovine dell’ormai diroccato CONVENTO DEI CARMELITANI.
Nella frazione di Ripattoni, a cui si arriva percorrendo la vecchia strada provinciale, possiamo ammirare il PALAZZO SALICETI, dove ebbe i natali Aurelio Saliceti. Nel piano terra del Palazzo si trova il piccolo Teatro comunale, e ai piani superiori rimangono alcuni saloni riccamente affrescati con scene mitologiche e allegoriche, raffiguranti divinità classiche e le Quattro Stagioni.
Nei pressi del Palazzo Saliceti vi è il PALAZZO MORUZZI, dal nome della famiglia che lo ha acquistato nel 1975.
Il monumento più caratteristico del paese, visibile anche a diversi chilometri di distanza, è la TORRE DEGLI ACQUAVIVA che a seguito della costruzione della CHIESA DI SAN GIUSTINO perde la sua funzione militare, diventando campanile della parrocchia, e, più tardi, torre civica.
Una torre molto più piccola, a pianta circolare, realizzata con ciottoli e apparentemente più antica, si trova nella parte bassa del borgo, sul versante meridionale, ed è nota come “il torrione”; nella stessa area è visibile un lacero di muro con una apertura ad arco, forse un’antica porta della scomparsa cinta muraria.
Prima di lasciare Ripattoni non si può non visitare, a qualche chilometro più avanti, la CHIESA DI SANTA MARIA IN HERULIS fondata probabilmente in età altomedioevale, e fu riedificata e rimaneggiata nei secoli seguenti. All’interno della navata unica, con copertura a capriate dipinte con motivi geometrici, si trovano affreschi e stucchi di varie epoche.
Da quest’anno nella parrocchia di Santa Croce e Santa Maria della Misericordia di Bellante Stazione, inoltre, è presente una reliquia giunta da oltreoceano appartenente al Beato venezuelano Dr. Josè Gregorio Hernàndez, medico vissuto a cavallo tra il XIX e il XX secolo.