Quando nella cronometro inaugurale della Tirreno-Adriatico 2024 Jonas Vingegaard non aveva particolarmente brillato, concedendo qualche secondo di troppo soprattutto ad un rivale pericoloso come Juan Ayuso, era chiaro che, alla prima occasione utile, avrebbe provato a rimettersi nella posizione a lui tanto cara negli ultimi tempi: quella in cui guarda tutti dall’alto al basso.
La chance si è presentata oggi, nella salita di San Giacomo, il primo vero banco di prova per gli scalatori, visto che lo scollinamento era relativamente vicino al traguardo, a 24 km dall’arrivo. E quando si parla di scalatori, si parla ovviamente del corridore più forte del mondo quando la strada sale, Vingegaard appunto. Il danese scalpitava, aspettava questa tappa da lunedì, e fin dalle prime rampe ha messo il compagno di squadra Attila Valter in testa a scandire il ritmo.
Il gruppo è però esploso quando in testa ci è andato Ben Tulett: il giovane britannico, sulle pendenze non impossibili di San Giacomo, ha tirato il collo a tutti, compresi i rivali più accreditati di Vingegaard, e quando il vincitore degli ultimi due Tour de France è scattato, a 5 km dalla cima, è apparso subito abbastanza chiaro che per gli avversari ci fosse ben poco da fare.
In 5 km Jonas ha guadagnato la bellezza di un minuto, e poi in discesa ha disegnato delle belle traiettorie, abbastanza da guadagnare qualche altro secondo e dimostrare al mondo intero che, al momento, non ha punti deboli. A Valle Castellana ha indossato la Maglia Azzurra (il primo danese a farlo da Rolf Sorensen 1998), ma l’impressione è che abbia già le mani sullo splendido Tridente riservato al vincitore finale. Il margine guadagnato sembra essere sufficiente per poter correre di rimessa, ma viene anche il dubbio che qualche rivale abbia effettivamente voglia di attaccarlo, vista la superiorità manifestata, invece di concentrarsi nel provare a salire in uno degli altri gradini del podio.
Negli ultimi due anni Vingegaard ha vinto tutte le corse a tappe alle quali ha partecipato, tranne due, la Parigi-Nizza dell’anno scorso, in cui è stato battuto da Tadej Pogačar, e la Vuelta a España, che ha “lasciato” al compagno di squadra Sepp Kuss. Nel mezzo ha vinto un Giro dei Paesi Baschi, un Giro del Delfinato, un Tour de France e due volte l’O Gran Camiño. Proprio in Spagna, un paio di settimane fa, ha fatto il cannibale, vincendo 3 tappe su 4 e la classifica generale, senza lasciare nemmeno le briciole agli avversari.
Proprio per questo crediamo poco all’ipotesi che domani si limiti a controllare la situazione. Nella tappa regina, in cima al Monte Petrano, vorrà far risplendere la sua Maglia Azzurra. E per gli avversari saranno guai, di nuovo.