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Festa a sorpresaa

09/03/2023

Venerdì 3 marzo la Jumbo-Visma annunciava con un comunicato stampa a sorpresa che Primož Roglič sarebbe rientrato alle gare a questa Tirreno-Adriatico 2023. Siamo sinceri, non poteva esserci notizia migliore. Lo sloveno, oltre ad essere un fuoriclasse da 65 vittorie in carriera, è uno di quei personaggi che la corsa la onora sempre, e lo fa sempre col suo modo di fare puro e semplice che tanto piace ai tifosi. C’erano molti punti di domanda su quando potesse tornare, dal momento che il lungo recupero per aggiustare la spalla non aveva una data di scadenza vera e propria: si diceva a fine marzo al Giro di Catalogna, ma Primož ha voluto presentarsi a Lido di Camaiore per porre il primo mattoncino di un percorso che lo porterà al Giro d’Italia, il suo grande obiettivo stagionale.

Ma vale la pena ripercorrere il suo lungo e travagliato inverno per capire bene da dove arriva Roglič. Dopo essersi lussato una spalla alla Parigi-Nizza 2021 e poi di nuovo al Tour de France 2022, con tanto di ritiro dalla Grande Boucle e poi anche dalla Vuelta a España – dove veniva da tre successi consecutivi – per un’altra caduta, lo sloveno aveva deciso di mettere fine alle sue pene operandosi alla spalla, che ormai non stava più dove avrebbe voluto. “In totale mi era uscita 30 o 40 volte, era molto doloroso e non ce la facevo più – ha detto Roglič in una recente intervista – Me la rimettevo a posto anche da solo, ma non aveva senso continuare a soffrire in quella maniera. Mi hanno operato, mettendomi un pezzo di osso nella parte in cui la spalla usciva, così che non potesse più succedere. Per un po’ di tempo non ho potuto muovere il braccio, ci sono voluti diversi mesi per poter tornare alla normalità. Per fortuna non sono un nuotatore, altrimenti sarebbero stati guai seri”.

Roglič è rimasto senza bici per ben 3 mesi, si è dedicato alla famiglia e alla sua Fondazione che ha l’obiettivo di dare uno sbocco ciclistico a chi non ne ha la possibilità, ha ricaricato le batterie e programmato il 2023. Alla “Corsa dei Due Mari”, come detto, si è presentato all’ultimo minuto, ovviamente senza ambizioni particolari, ma con il solo intento di mettere chilometri sulle gambe.

La cronometro inaugurale di Lido di Camaiore ci aveva però suggerito che Primož stesse bene, non al top, perché altrimenti avrebbe agilmente chiuso sul podio, ma abbastanza da poter fare qualcosa di più della semplice comparsa. Oggi nei primi passaggi sulla salita di Tortoreto non sembrava brillantissimo, ma poi, a 5 km dall’arrivo, la caduta di Wout Van Aert lo ha costretto a ritrovare improvvisamente il suo killer instinct. Per sua stessa ammissione, il capitano doveva essere Wout, ma se c’è da prendersi la responsabilità di fare la corsa Roglič non si tira certo indietro.

Così, come ci ha abituato a fare negli anni, ha prima aspettato che gli avversari si sfogassero e poi ha piazzato la sua accelerazione negli ultimi 200 metri, nella stessa maniera con cui ha ottenuto tantissime delle sue passate vittorie. Non doveva esserci, e invece ha timbrato il cartellino. Ora dista una manciata di secondi dalla Maglia Azzurra: non gli mettiamo pressione, ma si sa, l’appetito vien mangiando.

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