Panoramica
Insignito del titolo “borghi più belli d’Italia”, Greccio, in provincia di Rieti, è un luogo così particolare che perfino San Francesco ne venne colpito. È qui, infatti, che il Santo diede vita al primo presepe.
Ma oltre che avere un profondo significato religioso, questa perla della rigogliosa Sabina, è anche luogo ove tradizioni e folclore consentono di tornare indietro nel tempo, riscoprendo antichi sapori. Con una superba vista panoramica sulla vasta e lussureggiante pianura e sulle montagne Sabine che la circondano, Greccio, è placidamente adagiato a poco più di settecento metri alle falde del Monte Lacerone.
Punti di Interesse
Oltre che alla sacralità del Santuario eretto da San Francesco, a Greccio si può ancora ammirare una vivida testimonianza del suo antico e glorioso passato. Il suo Castello ne è una vivida testimonianza.
Ma le origini di questo incantevole borgo sono ancora più lontane. Non a caso, il suo stesso nome, porta alla memoria il fatto che la sua fondazione, così tramanda la tradizione, avvenne a seguito dell’arrivo di una colonia proveniente dalla Grecia. In fuga da distruzioni e guerre, la leggenda narra che qui trovarono il luogo ideale, ove amenità e facilità di difesa assicuravano un prospero futuro.
Durante il periodo medioevale, Greccio venne fortificata e, oggi l’antico borgo conserva ancora intatto il suo incommensurabile fascino, nonostante le devastazioni e i saccheggi perpetrati dall’Imperatore Federico II e dall’esercito napoleonico. È ancora possibile, infatti, vedere ciò che rimane del castello, ad esempio, una parte del pavimento di questa stupenda struttura militare costruita nell’XI secolo e originariamente difesa da un muro e da sei torri. Attualmente, le restanti torri sono tre, e nel XVII secolo la più grande venne trasformata in un campanile.
Vicino a questa torre si trova la Chiesa di San Michele Arcangelo, in cima a una scala scenografica. La chiesa risale al XIV secolo ed è stata ricavata da una parte del castello. Fu distrutta e ricostruita più volte, ma conserva ancora notevoli dipinti e affreschi del XV e del XVII secolo.
Infine, dopo aver allietato lo spirito e gli occhi, è giusto degustare le genuinità della tradizione enogastronomica della Sabina, un vero trionfo di sapori e di eccezionali gusti dominati dalle infinite delizie stagionali.